Giu 27

 

 

 

Line up: Janet Gardner – vocals, Justin James - guitars

Tracklisting: I’m Living Free, Turn The Page, 85, No Strings, Don’t Turn Me Away, Set Me Free, Hold On To You, Into The Night, I’m Not Sorry, You’ll See, She Floats Away, Drink

Oh che bello....ecco il mio secondo “disco per l'estate” (il primo era quello degli Heavens Edge recensiti qualche settimana fa su queste pagine, nda), stiamo parlando del secondo parto discografico dell'eclettico duo formato dalla bravissima vocalist Janet Gardner, conosciuta ai più per essere la leader e vocalist delle seminali Vixen, e dal chitarrista/cantautore/produttore Justin James (Staind, Collective Soul e Tyketto). Questo “No Strings” segue il precedente “Synergy” targato 2020 e porta una ulteriore ventata di freschezza compositiva e tanta energia positiva a ritmo del più classico hard rock venato – a tratti- da tinte blues e puntatine heavy rock. Un risultato d'insieme che rende questo disco un'autentica miccia per le vostre serate estive in compagnia di amici a festeggiare e divertirvi con del sano headbanging e un bel drink dissetante in mano! La linea musicale prende molto da quanto era in auge negli ottanta/primi novanta e si presenta nel migliore dei modi arrangiata e prodotta con meticolosità e intelligenza. Il tutto, però, senza esagerare con iper produzioni che rendono spesso asettico e troppo edulcorato il prodotto ma con, invece, una giusta alternanza tra momenti soft “No Strings”, “Hold On To You” e l'ammaliante semi acustica “She Floats Away” con pezzi di chiara matrice hard quali la pulsante opener “I’m Living Free”, la rocciosa “Turn The Page”, la cadenzata “Into The Night,”, l'ariosa e radiofonica “I’m Not Sorry” e, senza ombra di dubbio, la perla dell'intero disco, “85”. Una autentica rock song marchiata sfacciatamente eighties con un refrain da cardiopalma che amalgama pathos e un suono avvolgente a una interpretazione vocale della nostra female vocalist da dieci e lode. Un album che non si spreca in masturbazioni strumentali o chissà quali trovate ma che si rende onesto e sincero, capace di mostrare il valore ancora altissimo di questi due autentici maestri, Janet e James, ed ha dalla sua la “giusta droga” per farsi ascoltare, ascoltare, riascoltare ...ancora e ancora.... Non perdetevelo, questo “No Strings” deve essere vostro!

Roby Comanducci

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english translation

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Oh how nice....here is my second "disc for the summer" (the first was Heavens Edge reviewed a few weeks ago on these pages, ed), we are talking about the second recording birth of the eclectic duo formed by the very good vocalist Janet Gardner, best known as the leader and vocalist of the seminal Vixen, and guitarist/songwriter/producer Justin James (Staind, Collective Soul and Tyketto). This "No Strings" follows the previous "Synergy" from 2020 and brings a further breath of compositional freshness and a lot of positive energy to the rhythm of the most classic hard rock tinged - at times - with blues tints and heavy rock hints. An overall result that makes this record an authentic fuse for your summer evenings with friends to celebrate and have fun with some healthy headbanging and a nice refreshing drink in hand! The musical line takes a lot from what was in vogue in the eighties / early nineties and is presented in the best way arranged and produced with meticulousness and intelligence. All, however, without exaggerating with hyper productions that often make the product aseptic and too sweetened but with, instead, a right alternation between soft moments "No Strings", "Hold On To You" and the bewitching semi-acoustic "She Floats Away” with pieces of clear hard matrix such as the pulsating opener “I'm Living Free”, the rocky “Turn The Page”, the lilting “Into The Night”, the airy and radiophonic “I'm Not Sorry” and , without a shadow of a doubt, the pearl of the entire disc, "85". An authentic rock song blatantly branded eighties with a heart-pounding refrain that amalgamates pathos and an enveloping sound with a vocal interpretation by our top notch female vocalist. An album that is not wasted in instrumental masturbations or who knows what inventions but that is honest and sincere, capable of showing the still very high value of these two authentic masters, Janet and James, and has the "right drug" on its side to be heard , listen, listen ... again and again.... Don't miss it, this “No Strings” must be yours!

Giu 22

THE DEFIANTS “Drive”

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Line-up: Bruno Ravel: Bass, Paul Laine: Vocals and Guitar, Rob Marcello: Guitar, Van Romaine: Drums

Tracklist: Hey Life, Go Big Or Go Home, 19 Summertime, What Are We Waiting For, Miracle, Against The Grain, So Good, Love Doesn’t Live Here Anymore, Another Time, Another Place, The Night To Remember, Nothing’s Gonna Stop Me No

A volte con un disco, nei negozi di musica, avrebbero dovuto regalare una confezione da 6 di lattine di birra. Purtroppo i negozi di dischi non esistono più e questo album avrebbe davvero meritato di essere sugli scaffali di ogni negozio con a fianco il giusto carburante per l'occasione! I Defiants hanno annunciato il loro ritorno con un nuovo album, il loro terzo in assoluto, "Drive", una fetta notevole di hard rock melodico. Paul Laine è tornato a lavorare con i suoi ex compagni di band ai tempi dei DANGER DANGER, Bruno Ravel e Rob Marcello, che sono gli altri due pilastri dei DEFIANTS, come per l'omonimo album di debutto della band. Il gruppo nasce su suggerimento di Serafino Perugino, presidente della Frontiers Music, e grazie alla label partenopea, nel 2016 esce appunto “The Defiants” il primo album del progetto, realizzato con il contributo di Van Romaine alla batteria. “The Defiants” è stato accolto con grande successo come un glorioso ritorno all'hard rock melodico degli '80 e '90, tanto da far caricare a pallettoni i romantici di quei gloriosi decenni. Nel 2019 Frontiers Music pubblica il secondo album della band, “Zokusho” (termine giapponese che sta ad indicare “nuovo capitolo” o “sequel”), realizzato con il contributo di Steve West alla batteria, anche lui di fama Danger Danger. Ora, dopo altri quattro anni di attesa tra un album e l'altro, i Defiants tornano con "Drive", forse il loro più grande successo musicale... finora. L'album risulta subito molto maturo anche se molte influenze anni 80 tendono a non inquadrare perfettamente una direzione ben precisa. “Hey life”, potente song di apertura, parte incisiva ma leggermente fuorviante rispetto al resto dell'album, che, anche se ricco di riff potenti, mantiene un sound sempre piu morbido, canzone dopo canzone. “Go Big Or Go Home” prosegue l'escalation verso la melodia, con chitarre potenti e un ritornello aperto e morbido, gli assoli incalzanti vengono però quasi soffocati dell'arrivo del singolo, “19 summertime” che si potrebbe sicuramente sentire in radio, con alcune sfumature pop e insieme a “Against The Grain” denota una piacevole quantità di influenze “bonjoviane” (il primo Bon Jovi ovviamente), soprattutto nell'impostazione vocale di Laine. “What Are We Waiting For” è un ulteriore cambio di influenze, con un sint di apetura (non nuovo nell'album ma sicuramente qui, più marcato che altrove) a delineare un suono di altri tempi, per poi svoltare in un ritornello quasi pop punk anni 90. Si torna indietro di 10 anni con “Miracle”, che regala nuovamente un tributo agli anni 80: cori e suoni ispirati ai Def Leppard. “So good” potrebbe anch'essa essere un singolo da radio estiva, con riff molto più pop, la voce morbida e coinvolgente contrasta la durezza della chitarra quasi come gustare dell'ottimo brie e spalmarci sopra del peperoncino, non per tutti! “Love Doesn’t Live Here Anymore” è il pezzo senza dubbio più ispirato del disco: ballad veloce e potente, un po come quando la tua fidanzata ti lascia e da bravi rocker non stiamo sul divano a mangiare popcorn ma aspettiamo l'arrivo del nostro migliore amico che suonerà alla porta alle 3 di notte con 2 birre (quelle che dovrebbero regalare con il disco) e guardandoci negli occhi ci ascolterà gridare, mentre gironzoliamo nel campetto da basket dove giocavamo da piccoli. In conclusione, un album che non spicca per originalità, con tantissime influenze prese dai grandi degli anni 80, ma che scorre bene dall'inizio alla fine, con suoni molto ben curati e una chitarra molto ispirata in tutti i pezzi! Un hard rock che non vuole insegnare niente a nessuno, vuole solo farti muovere la testa e saltare all'impazzata! E non è forse questo il vero senso della festa?

Iven