Lug 02

 

 

 

Line up: Margarita Monet - vocals, keyboards, Dave Bates – guitar, David Ruiz - rhythm guitar, Justin Blair – bass, Jamie Moreno - drums

Tracklisti: Hologram, This Is Personal, Soldiers Of Danger, The Faceless, Dark, Unbeatable, Don't Give Up On Me, One More Time, Basilisk, Another Life

Ecco il ritorno al full lenght album degli americani Edge of Paradise, band attiva dal 2011 e con questo “Hologram” giunta al quinto lavoro. Il precedente “The Unknow” aveva letteralmente stregato il sottoscritto e i nostri sono stati indubbiamente nel 2021 tra le migliori uscite discografiche dell'anno. Con impazienza, quindi, aspettavo il seguito ed eccomi qui, in questi primi giorni di luglio, a recensire l'ultima fatica dell'avvenente e brava female vocalist Margarita Monet e compagni. A livello di sound siamo sempre sugli stessi stilemi musicali, un'azzeccata miscela tra heavy metal e industrial con accenni elettro-metal e momenti pomposi dettati da un sapiente uso delle kayboards. Il tutto sempre e comunque prettamente heavy ma beneficiato dall'ugola sempre in ottima forma della bravissima Margarita che riesce a dare più colore ed energia – ma anche sensualità- a certe partiture marcatamente metalliche. Come già detto nella mia precedente recensione la Monet pur non avendo un'ugola à la Maria Brink ( female vocalist degli In This Moment e, in assoluto, tra le cantanti con la voce più bella, versatile e modulabile dell'intero heavy rock world, nda), riesce nella sua “staticità” a creare pathos e dare il giusto appeal in tutte le tracce; molto particolare, nei momenti più lenti, il suo “sospirare” sul microfono, cosa che indubbiamente inietta il brano in questione di sensualità e ammalia l'ascoltatore. Il disco, in definitiva, è un buon prodotto con ottime tracce quali l'incalzante title track, “Dark” o “This is Personal”; forse manca il brano “hit” ma nel contesto “Hologram” scivola via abbastanza bene, egregiamente suonato e con solo una leggera ripetitività nelle tracce. Forse qualche song più “originale” non avrebbe guastato ma credo che per i fans di questa band il prodotto abbia le carte in regola per farsi apprezzare. Non ai livelli del precedente “The Unknow” ma, nel complesso, un valido album.

Roby Comanducci 

Giu 28

VYPERA “Race Of Time”

Written by

 

 

 

Line up: Andreas Wallström – vocals, Christoffer Thelin – guitars, Cederick Forsberg - lead guitars, Andreas Andersson – bass, Johan Pettersson - drums

Tracklist: Hey You, Riding On The Wind, Mary Jane, Stormwind, Vicious, No Place For A Dreamer, Trying Hard To Run Away, Fool's Game, Speedin', Daytona, Slave To Love

"Race of Time" è il nuovo lavoro dei Vypera che ci arriva grazie alla Frontiers Music s.r.l. Il gruppo è di origine Svedese e i componenti sono: Andreas Wallström alla voce, Christoffer Thelin alla chitarra, Cederick Forsberg chitarra solista, Andreas Andersson al vasso e Johan Pettersson alla batteria. In origine erano conosciuti come Madhouse e sprigionano un ottimo heavy metal e hard rock derivativo dalle loro marcate influenze come Rainbow, Triumph, W.A.S.P, London e Icon. Il disco è formato da undici tracce ed "Hey You " parte con un inizio dal forte impatto ricco di un riff graffiante e sonorità molto heavy oriented. "Riding on the wind" è un bel pezzo di classico hard rock dove la fa da padrona la facilità di canticchiare il ritornello, il tutto impreziosito da dei solos di chitarra che danno una spinta in più al brano. Anche "Mary Jane" ha un inizio bello e aggressivo ma poi tende a perdersi nella parte centrale che però riscatta in fasi alternate nel prosieguo e verso la fine. Un brano che già al secondo ascolto ti conquista. "Speedin'" è una song che se si è alla guida fa venir voglia di schiacciare il pedale dell'acceleratore fino in fondo (ovviamente metaforicamente parlando....nda) e "Slave to Love" è la degna conclusione di un disco che per gli amanti di questo genere è veramente valido. Darei quindi un volto alto, soprattutto per la carica che riescono a trasmettere questi ragazzi formatesi a Sandviken.

Luca