Ago 20

 

 

 

Line up: Stefan Nykvist - lead and backing vocals, Jesper Lindbergh - drums, rhythm guitar, keyboards, loops & soundscapes, Daniel Lykkeklev - bass, keyboards, Peter Lundin - lead and rhythm guitar

Tracklist: When All Lights Go Out, Blood From Stone, A Way Back, The Beginning of the End, Will You Find Me, Everdying Night, The Lion’s Road, Love Will Burn, Hope and the Sorrow, Throne Of Gold Part II – A Heartless Melody

Interessante secondo lavoro in studio degli svedesi Sarayasign che da pochi giorni sono usciti sul mercato con questo valido “The Lion's Road”, praticamente il seguito del primo album “Throne Of Gold”. Difatti le canzoni di questo disco – a detta loro - sono il seguito delle vicende, delle storie narrate sul debut album al che verrebbe da pensare ad un concept album ma, ad ascolto effettuato, lo vedo più un prosieguo, una evoluzione di quanto partorito sul disco d'esordio. Questo perché le canzoni non sono esageratamente intrecciate tra loro e amalgamate in modo da ottenerne il gaudio totale dopo l'intero ascolto qui, su “The Lion...”, le tracce possono essere ascoltate anche singolarmente. Stefan Nykvist comunque ci delizia – oltre che con la sua bella voce dotata di una timbrica leggermente roca e modulabile al punto giusto – con un'impeccabile interpretazione di queste canzoni/storie che narrano di mondi, universi, trascendenti il tempo e lo spazio e ambientati nell'immaginaria terra di 'Saraya', il tutto cullato in una cornice hard rock – a tratti heavy rock sinfonico – molto scrupolosa in fase di arrangiamento e con suoni pomposi e corposi al tempo stesso. Non saprei quale song scegliere – forse la sinfonica “Will You Find Me” con il duetto vocale con una female singer il cui nome non viene riportato nella product info del disco - poiché si elevano tutte su buoni livelli qualitativi; ecco, probabilmente, in questa ottica l'album soddisfa nella sua interezza e sono convinto che piacerà a diversi fruitori di buona musica.

Roby Comanducci

Ago 16

 



Line up: Dave – vocals, Andy – bass, Picco – guitars, Mark – drums

Tracklist: Sidonie, The Arrival, Total Disaster, The Kid, Best Way Of Life, Cimitero Vivente, Sleepless, The End Of All, Undertaker, Tainted Sky, Embrace The Sacrifice

E' veramente confortante avere band nostrane capaci di confrontarsi – e in molti casi come questo avere la meglio – su molti acts stranieri (soprattutto scandinavi visto che il settore sleaze oramai da vent'anni è di casa lì); gli Hell In The Club non hanno nulla da invidiare al nord Europa anzi, diciamocela tutta, in circa quindici anni di storia, album (sei con il qui presente “F.U.B.A.R”) e un'intensa attività live hanno imposto nel mondo sleaze/street/rock'n'roll il loro originale e valido marchio di fabbrica. Siamo alle prese con questo ultimissimo full lenght album, il sesto, che annovera al suo interno tutti i cliché dei generi di cui sopra, il tutto però iniettato da una forte dose di originalità e capacità creativa. “F.U.B.A.R” scorre via che è un piacere, nella sua dinamicità, energia e ruffiana voglia di far divertire i tanti rockers che acquisteranno il cd. I nostri oramai ci hanno abituato al loro “potente tiro” e song dinamite come “The Kid” che strizza l'occhio agli ultimi HCSS o killer songs come “Total Disaster”, “Best Way Of Life” e “Undertaker” che farebbero muovere il piedino anche a uno zombie sono li a dimostrarlo! Interessante la struttura compositiva del brano “Sleepless” sia come ritmica che come guitar work, molto Funhouse oriented. Un album per gli amanti del genere - ma non solo - da avere nella propria collezione.

Roby Comanducci