Mar 19

 

 

Line up: Santiago Ramonda – vocals, Marcelo Gelbcke -guitars, bass, keyboards, Felipe Souzza - drums

Tracklist: Eye of the storm, Satellite falling, Sweet true lies, Question of time, Neonskies, Way of the warrior, Soldiers of Love, Lovers in the dark, Horizon chase, Last trip to eden, Call of the wind

Gli Stormwarning sono un gruppo sudamericano con alla voce il cantante argentino Santiago Ramonda. Per il debutto hanno collaborato con Sergio Mazul (Semblant ) e Marcelo Gelbcke (Landfall ). “Stormwarning” è un disco di ben undici tracce per una durata di cinquanta minuti. Come debutto è un buon inizio visto che è molto diretto. Un classico melodic rock molto orecchiabile che già dal primo ascolto ti fa venir voglia di canticchiare alcuni refrain e addirittura mettersi a ballare. "Eye of the storm" fa già intuire le capacità canore del vocalist e la sua notevole versatilità. "Question of time" è una classifica ballad sicuramente non anonima che rimane facilmente impressa; trattasi quindi di un full lenght album abbastanza easy listening, adatto anche all'ascolto durante i lunghi viaggi o mentre si fa qualche party con gli amici. Musicalmente è strutturato molto bene con cori di supporto messi nei punti giusti, ma la parte bella sono i riff e assoli di chitarra. Un album che va sempre in “crescendo” perché anche se parte subito col botto altre tracce, come "Sweet true lies", più “tranquille” nella fase iniziale, dopo qualche secondo accelerano il ritmo. Per gli amanti di questo genere è un disco da ascoltare!

Luca

 

 

Line up: Devix Szell – vocals, George Lynch – guitars, Joe Haze - programming, synth, engineer, mixer

Tracklist: Reaction, Max Pain (ft. Richard Patrick), Right (ft. Tommy Victor), Lost Horizon, The Dread (ft. Jason Charles Miller), Reunion, Terra Nullius, Got What You Wanted, Terror (ft. Tommy Victor), Machine And Bone

Bene, eccoci qua a recensire questo nuovo progetto scaturito dall'immensa versatilità stilistico musicale di uno dei più grandi axe men che il mondo del rock abbia mai avuto, Mr. George Lynch. L'ex ascia dei gloriosi Dokken, ma anche Lynch Mob più altri side project ed infinite collaborazioni nonché eccellenti album solisti, questa volta si è voluto spingere oltre, varcando la soglia del suono più corrosivo e meccanico, industriale, facendo uso di sonorità cupe e pregne di un sound saturo e robotico. Si è avvalso di altri due validissimi performers, il cantante-musicista-produttore Devix Szell (Stayte, The Narcosis Design, MomenTem, Symbolism con ex membri di Samhain e Christian Death ecc...) e Joe Haze un produttore, ingegnere, mixer, remixer, chitarrista e programmatore incredibilmente versatile. Il tutto con ospiti d'eccezione tra cui citerei il grande Tommy Victor, leader dei seminali industrial metaller Prong! Cosa poteva uscire quindi da un connubio di forze e menti di questo tipo? Beh, sicuramente non un album di class metal....bensì un disco che verte su un mix di industrial metal, programming, cyber rock e alternative; mettete insieme i Prong, qualcosa dei Fear Factory, aggiungete Swamp Terrorist, Varga e Spineshank ed otterrete la musicalità dei The Banishment. In questo contesto, ovviamente – e lo dico per i fans del nostro chitarrista e della sei corde – la chitarra ha un ruolo sì importante ma più in veste di riffing e creazione di un tappeto sonoro compresso e iper saturo, con ritmiche che sembrano un pugno diretto nello stomaco. Poi c'è il grande lavoro di programming e mixaggio che rende le tracce dirompenti ma molto industrial e corrosive; esempio lampante è la ritmica ossessiva quasi “techno” con cassa dritta di “Terra Nullius” che si alterna a fraseggi e un interessante solo di chitarra del nostro George. Assurda, difficile da spiegare, solo ascoltandola potrete capire le qualità e il poderoso “tiro”. Molto bella la traccia che è anche il singolo, “Right”, interpretata alla voce dal già menzionato Tommy Victor dei Prong. Altri momenti di “violenza electro-industrial” li potrete ascoltare in “Got What You Wanted” o “Max Pain” con alla voce Richard Patrick (Filter). Cosa dire in conclusione? E' un album sicuramente diverso e non per tutti i palati, sicuramente arrangiato e prodotto egregiamente anche se non propriamente originale, band quali i già menzionati Swamp Terrorist facevano cose simili a fine anni ottanta. Di sicuro, l'impatto del suono e il muro granitico che ne esce è di “spessore”, un album strano, diverso, da ascoltare.

Roby Comanducci