Dic 30

 

 

Line up: Mercie Free – vocals, Jay Schelled – drums, Bruce Gowdy – guitar, keys, vocals, Guy Allison – keys, percussion, vocals, Tony Franklin - Bass

Tracklist: Poison Ivy, Say what you want, Our Glass House, Everyone loves you when you’re dead, Talked you out of loving me, Underwater, Catch up To Yesterday, Freedom is a fight, The Wooden monster, We are here to stay, To be your everything 2020, Let’s talk about love 2020

Novità di questo dicembre il ritorno degli Unruly Child, melodic/AOR act riunitosi ormai nel 2010, dopo un’interessante carriera a inizio anni ’90 terminata purtroppo precocemente, ma che ha ripreso a buon ritmo l’attività forte del carisma di 4/5 della formazione originale, con l’aggiunta al basso fretless di Tony Franklin, già attivo con Whitesnake e The Firm, una garanzia nel ruolo. Saltando le ulteriori note biografiche e venendo direttamente alla musica, in questo platter troverete un lavoro che sa decisamente di vecchi tempi, cioè della melodicità dei tardi anni ’80 che è il marchio di fabbrica della band, ma senza risultare affatto vetusto o già sentito. Il disco parte in quarta con la combo “Poison Ivy”\”Say what you want” per poi digradare su ritmi più lenti e dense ritmiche opportunamente sostenute dal muro di suoni di tastiere ed effetti; la band è chiaramente più a suo agio nelle seconde ma dimostra come sempre classe nella composizione. La voce di Mercie viene sfruttata ampiamente ed è melodicamente il centro delle song; sulla sua tonalità si accompagnano naturalmente le ottime ritmiche (ovviamente, a partire dal fretless della new entry) creando un amalgama musicale avvolgente e coinvolgente, riuscendo in un’ottima continuazione del percorso musicale della band. Una particolare menzione va per la produzione, che al contempo richiama perfettamente il periodo degli esordi della band, ma è moderna e pulita, fa rendere al 100% tutte le componenti, e permette alla doti vocali della singer di esprimersi perfettamente. E’ grazie ad essa direi che senza che le melodie si snaturino il disco acquista un’aura moderna che non stona affatto. La classe esecutiva dei componenti è chiaramente fuori discussione, perfettamente ritagliata sulle necessità di ogni song, senza particolari spunti solisti, che peraltro non si rendono necessari (con minime eccezioni, come nella traccia #6, “Underwater”). Che dire, forse scontatamente, se non che abbiamo una nuova conferma della nozione che le buone band sono come il buon vino, che non può che migliorare con l’età? Vi dirò, come spesso in questi casi, non posso che confermarvi questa nozione, e non me ne dispiace affatto. Buon ascolto!

Nikki

Gen 01


Line-up: Jon Siejka - vocals, guitars, synths. Kevin Krug, Gabor Domjan, Luke Anderson, Emanuele Moretti – bass, Kevin Mcadams - drums, percussion, Gdaliy – sax. Tim Mackey: Guitar Solo On “I’m Still Holding On”, “Restless Nights”, “Zombie Breath Surprise”, And “No Light”. Ziv Shalev: Guitar Solo On “Oh No” And “When Your World Comes Down”. Stelios Andre: Guitar Solo On “Changes”, “Til Your Last Breath”, And “I Can’t Be The Only One”

Tracklist: Oh No, Long And Lost Lonely Nights, Zombie Breath Surprise, Cut Me Deep, When Your World Comes Down, Change Your Life, I’m Still Holding On, Changes, Restless Nights, Til Your Last Breath, I Can’t Be The Only One

Un autentico salto nel passato questo nuovo full lenght album del vocalist/songwriter e polistrumentista Jon Siejka che, con questo suo progetto solista formatosi a Long Island NY nel 2012, ripercorre i fasti degli eighties proponendo quello che forse è il suo lavoro più “heavy” rispetto ai precedenti albums. Il nostro infatti ha cavalcato l'onda del pop rock, della synthwave e del synth pop ma con questo “Remnants” punta dritto verso un Adult Oriented Rock con un indubbio e validissimo innesto di guitar rock sound che ci confeziona un album gradevole, amabile ma anche stuzzicante al punto giusto. Di assoluto rilievo il connubio tra synth-keyboards e guitar work; il disco infatti è arioso e radiofonico nella sua parte più pop e riesce a graffiare con riff di chitarra e pregevoli solos. Sembra di essere nel 1985 quando si arriva a 'Change Your Life', dove un suono zuccheroso ricco di chorus line accattivanti imperniato su un eccelso synth pop e impreziosito da un elegante guitar work ci fa capire quanto erano belli e spensierati quegli anni. L'album non perde colpi e si mantiene ad un buon livello per tutta la sua durata e se proprio volete direi che oltre la già menzionata 'Change Your Life', segnalo anche l'opener 'Oh No', 'Long And Lost Lonely Nights', 'Cut Me Deep' e 'Zombie Breath Surprise', da sole valgono l'acquisto del cd. More info: https://www.facebook.com/magicdancemusic, https://twitter.com/magicdancemusic, https://www.instagram.com/magicdancemusic

Roby Comanducci