Gen 24

RUSSELL – GUNS
“Medusa”
(Frontiers Music s.r.l.)
release: 12-01-2024
genere: hard rock / street metal
voto: 4.5

Line up: Jack Russel – vocals, Tracii Guns – guitars, Johnny Martin - bass, Shane Fitzgibbon – drums, Alessandro Del Vecchio - keyboards.

Tracklist: Next In Line, Tell Me Why, Coming Down, Where I Belong, For You, Give Me the Night, Living A Lie, In And Out of Love, Medusa, Back Into Your Arms again, I Want You


Dischi come questo dovrebbero uscirne in media uno al mese, come una prescrizione medica atta alla sanità mentale di chi è abituato ad ascoltare Buona musica con la lettera B maiuscola. Un album fresco, diretto, energico, ammaliante, carico di adrenalina e con un filo diretto a quanto di meglio è stato fatto dalla seconda metà degli eighties fino alla metà del decennio successivo. In questo specifico caso, due illustri maestri del rock stradaiolo e hard blues, in arte Tracii Guns from LA Guns e Jack Russel from Great White, hanno unito le forze per dar vita a questo fantastico progetto che porta il loro nome e ci fa rivivere momenti di autentica classe e goduria inestimabile. Bellissima sorpresa è stato poter constatare l'ottima forma dell'ugola inimitabile del cantante dei mitici Great White; Russel è sempre stato un maestro nel modulare la sua voce particolarissima con eufonie melodiche che poi si sviluppano in act più taglienti e vocalizzi potenti e penetranti. In poche parole, unico! Tracii, dal canto suo, anzi dalla “chitarra sua” (hehehe) è un vero maestro che ancora oggi porta alto il verbo del rock'n'roll con mille collaborazioni nonché i suoi seminali LA Guns e si presta sempre a progetti di indiscusso valore tecnico-artistico. Bene. Questo “Medusa” non sbaglia un colpo, accreditato da tracce validissime che prendono il meglio dalle due band storiche di provenienza, e lo rivitalizzano col tocco sapientemente originale e moderno che aleggia per tutta la durata dell'album. Si parte subito con un ottimo hard rock “Next in Line” che presenta il disco nel migliore dei modi per poi proseguire con il veloce up tempo “Tell Me Why” che poteva benissimo far parte di uno dei primi album di casa LA Guns! Si va avanti con un'ottima interpretazione vocale di Russel su “Coming Down” mentre la successiva “Where I Belong” deve molto allo “Squalo Bianco”. E si prosegue senza intoppi per tutta la durata di questo platter; molto bella la semi ballad “Living A Lie” o l'arrangiamento cadenzato e pulsante (ottima la sezione ritmica) di “Back Into Your Arms again,” anche qui lodevolmente interpretata da Jack. Tracii invece ci regala un'ottima prova in fase di arrangiamento e – anche- solista della sua sei corde il tutto poi coadiuvato dagli altri membri della band, Johnny Martin, Shane Fitzgibbon e Alessandro Del Vecchio. “Medusa” è un album da avere assolutamente a tutti i costi. Di sicuro, se il 2024 parte con piccole perle di questo tipo, c'è da essere rincuorati.

Roby Comanducci

Gen 15

HUGO'S VOYAGE
“Inception”
(Frontiers Music s.r.l.)
release date: 10 -11- 2023
genere: rock
voto: 4

Line-up: Hugo Valenti - vocals, Robby Hoffman - guitars, Lance Millard - keyboards, Greg Smith - bass, Dana Spellman - drums.

Tracklist: Inception (instrumental), Crazy What Love Can Do, Don’t Wanna Live Without Your Love, Sound Of A Broken Heart, Goin’ Away, A Friend Like You, How Many Times, I’ll Be Around, In My Heart, September Love, The Voyage, When Heaven Makes An Angel

Se un giorno decideste di fare un film, gli Hugo' Voyage avrebbero già il set completo di canzoni per la colonna sonora, consiglio fortemente Jennifer Aniston come protagonista, sarebbe la ciliegina sulla torta. Provenienti da New York e Boston, i “voyage” sono una dinamica rock band ricca di melodie incalzanti e paesaggi sonori che diventano quasi inni. Con le loro voci potenti e il sound molto anni 80 ricordano la mitica band Journey. Nulla di strano visto che gli Hugo's Voyage si sono formati nel 2005 proprio come tribute band ai Journey, ottenendo un enorme successo negli Stati Uniti, attirando un seguito devoto di fan profondamente commossi dalla musica, intraprendendo poi, un viaggio musicale tutto loro, creando un suono originale nell'album di debutto "Inception" che rende omaggio alle suddette influenze ma ritagliandosi una propria identità unica e vibrante. Le composizioni esplorano temi universali di amore, speranza, perdita e scoperta di sé, accompagnate da melodie contagiose che persistono nella mente degli ascoltatori molto tempo oltre la fine di ogni canzone. Dalle ballate epiche come "In My Heart" che fanno gonfiare i cuori di emozione, all'alto numero di ottani presenti in pezzi come "I'll Be Around" che possono infiammare uno stadio, le canzoni possiedono una straordinaria capacità di trasportare il pubblico in un altro tempo e luogo. Il modo di suonare la chitarra di “Robby” evoca senza sforzo riff iconici e assoli violenti, creando una magica sinergia con la sezione ritmica, che alimenta di energia le implacabili melodie contagiose della band. Dopo una introduzione degna di Top Gun, arriva “Crazy what love can do”, dove la ritmica, in questo caso, ricorda gli A-ha e aspetta una voce garbata e soave, in compagnia di una chitarra mai eccessiva. “Don't wanna live without your love” ha tutte le carte in regola per essere una canzone motivazionale: pianoforte iniziale e cori strappalacrime, anche se nulla di tutto ciò risulta fuori posto o azzardato. Pulizia e precisione sono alla base di tutta la loro produzione continuando proprio con “Sound of broken heart”, trascinante e intensa, la chitarra è la voce si innamorano e ci regalano un emozionante passo a due. Saliamo di velocità mantenendo un ottima intensità con “Goin' away”, la chitarra esce dal torpore e si scatena, i cori danno corpo alla voce rendendo grintoso ogni singolo minuto. “A friend like you” trasuda 80s da tutti i pori, spalline e capelli cotonati al centro della pista da ballo. Il sax rafforza questa tesi, portandoci tutti in un potente mondo ormai lontano. Schitarrata intrigante come intro di “How many times”: middle time molto calda, cori e voce che si separano i compiti così come pianoforte e chitarra, mentre “I'll be around” regala un ritornello intenso e persistente, un grido melodico e pacato, la voce si spinge un pò più in là e si porta con sé tutta la banda, dando entusiasmo alla chitarra che sembra quasi non aver aspettato altro. Trascinante! Si rallenta di nuovo per la commuovente "In my heart", pianoforte a manciate e voce suadente con quel pizzico di malinconia degna di una camminata sulla spiaggia al rallentatore. "September love" è amore e grinta; al contrario delle precedenti, rallenta la velocità ma aumenta l'intensità. La voce è più decisa, come a voler chiedere a una donna di essere amata ma alle nostre condizioni! Prendere o lasciare! Riff interessante per "The voyage", la ritmica spacca la monotonia, voce e chitarre però viaggiano dritte come sempre, dando comunque un senso di incastro. Salita rapida per il ritornello e poi di nuovo a rallentare, montagna russa gradevole, senza mai strafare. “When heaven makes an angel” ricorda strutturalmente le strade di Philadelphia del boss, il sound però è 100% Hugo's: un pò sognante e un pò malinconico. Una chiusura alcune volte scarna, dove la batteria duetta con la voce e aspetta il pianoforte arrivare mano nella mano con una chitarra piena di armonia. Che dire quindi? Niente se non dare un semplice consiglio: per una volta non separare le parti, non ascoltare la voce o la chitarra, perché “Inceptions” è un album che va controcorrente, senza fronzoli tecnici gratuiti o eccessivi, completamente devoto alla musica, alle canzoni, da ascoltare senza cercare troppe motivazioni. Forse chiudere gli occhi e sognare.

Iven