Line up: Jeff Scott Soto – vocals, Fabrizio Sgattoni – guitars, Alessandro Del Vecchio – bass, keyboards, guitars, chorus, Edu Cominato – drums, August Zadra – chorus, guitarson ‘Between The Lines’

Tracklist: CD1: Someone To Love, Mystified, Love’s Blind, Without You, Lesson Of Love, Paper Wings, Love Will Find A Way, Between The Lines, Living In A Dream, Wide Awake (In My Dreamland),Desperate. CD2: Drowning (live), 21st Century (live), Believe In Me (live), Look Inside Your Heart (live), Eyes Of Love (live), Band Intros (live), Soul Divine (live), Our Song (live), Holding On (live), I’ll Be Waiting (live), Stand Up – feat. Dino Jelusick (live)

Ed eccoci giunti al disco n°… mmm facile come inizio di recensione vero? Infatti, per non stare a consultare troppo Internet in cerca di informazioni, vi dirò subito: non è importante a quale uscita siamo arrivati, quanto è importante è che la carriera pluridecennale di Mr. Scoto continua e abbiamo tra le mani una sua nuova opera, dove possiamo goderci le sue indiscutibile doti vocali. Premettiamo l’unica nota preliminare che serve, ovvero che alla produzione e composizione in questo disco ci ha lavorato il “nostro” Alex del Vecchio, e lo dico non certo per orgoglio “nazionale” ma per rimarcare che, come peraltro ci si poteva attendere, abbiamo a che fare con un nuovo lavoro di questo ormai affermato polistrumentista, autore e produttore italiano, da cui naturalmente ci attendiamo un lavoro di qualità. Detto questo, la cosa migliore come sempre è passare all’ascolto e commentare quanto ci viene offerto. La partenza, nelle prime song, è all’insegna del classico e aggressivo power/heavy ottantiamo dove accanto alla grinta delle ritmiche la voce di Jeff si esprime in un territorio consueto (se così vogliamo dire); tornano facilmente alla mente diversi episodi pluricelebrati della sua carriera (Talisman, W.E.T.) in cui la timbrica potente si esprime in pezzi dall’architettura forse immediata ma impreziosita dalla caratura strumentale della band. Con le successive “Love’s blind” e “Without you” si passa a toni più pacati, con una ballad e una sorta di power ballad dove l’estensione vocale e l’espressività del singer dicono la loro. Procedendo con il disco troviamo una procedere attraverso variazioni di questo tipo, dal groove di “Love will find a way “ al lento epico di “Desperate”, passando per la title track, decisamente il picco del disco per me, una cavalcata ‘heavy molto diretta e che permette, accanto all’ugola di Jeff, di veder passare in rassegna le doti dei validissimi membri della sua band, a cominciare dall’axe-man Fabrizio Sgattoni. Ultima chicca, il disco 2: questo album contiene in aggiunta un set dei pezzi eseguiti durante l’esibizione del Frontiers festival del 2019, una sorta di greatest hits live. Serve aggiungere altro? Mi sembrerebbe strano. Quindi aggiungo solo: un ottimo disco, buon ascolto!

Nikki

Nov 06

COREY TAYLOR “CMFT”

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Line up: Corey Taylor - vocals, guitars, piano, Christian Martucci - guitars, backing vocals, Zach Throne - guitars, backing vocals, Jason Christopher - bass, backing vocals, Dustin Robert - drums, percussions, backing vocals, Walter Backlin: keyboards

Tracklist: HWY 666, Black Eyes Blue, Samantha’s Gone, Meine Lux, Halfway Down, Silverfish, Kansas, Culture Head, Everybody Dies On My Birthday, The Maria Fire, Home, CMFT Must Be Stopped, European Tour Bus Bathroom Song

Eh già, guarda cosa mi tocca fare, non l'avreste mai creduto possibile vero? Il sottoscritto che recensisce il disco solista del leader di quei pazzi squinternati che rispondono al nome di Slipknot? Naaaaa...impossibile. Ed invece no, è possibilissimo, soprattutto se si sta parlando di un Artista con la “A” maiuscola. Ammetto, e chi mi conosce bene lo sa, di non essere mai stato in passato un estimatore del nu metal e affini anzi, avrei voluto vedere morto quel genere con tutto me stesso! Mi ricordo ancora il debutto dei pazzi dello Iowa nel lontano 1999: per me fu un colpo al cuore....e anche dopo averli visti dal vivo (al tempo ero giornalista per Flash e fotoreporter ai vari concerti, nda) non riuscivo a digerirli. Poi son passati gli anni e....mi sono aperto anche a nuove linee musicali riuscendo ad apprezzare anche questi matti travestiti con le maschere; riuscii ad apprezzarne il vigore, la rabbia ma anche il forte impatto sonoro ed anche alcune trovate geniali su “Iowa” e “Vol 3 (The Subliminal Verses). In ogni caso c'era un fattore importante in quella band (c'è...visto che sono tuttora attivi hehehe) e si chiama Corey Todd Taylor, onestamente e senza osannare, una delle migliori voci che il panorama rock ed estremo abbia tirato fuori in questi aridi e ultimi anni. La gioia poi mi è salita quando il nostro si è dilettato con l'altra band gli Stone Sour, eccellente combo di alternative crossover metal e, ancor di più, in tante guest apparition su singoli, song varie e band interpretando canzoni lontane anni luce dalla crudezza alternativa ma capaci di abbracciare stilemi rock, hard rock, hard blues o heavy rock!!!!! La sua è una voce calda, ammaliante, leggermente rauca, pulsante ed al tempo stesso melodica. Tutto questo lo riscontriamo in questo bellissimo nuovo e primo album come solista “CMFT” dove il nostro, accompagnato da eccellenti musicisti, ci regala un disco di rock duro con accenni blues e addirittura country (in alcuni passaggi) e altri momenti più heavy-alternative oriented. Se volete una song da vasto airplay radiofonico da ascoltare a palla d'estate andate subito al godurioso rock (con tinte pop) di “Kansas” che ci rimembra i King Of The Sun e vi assicuro che ne rimarrete soddisfatti. Ma ogni song in questo lavoro è un'autentica sorpresa. Prendete il pulsante e cadenzato heavy rock di “Culture Head”, basta sentire il raffinato lavoro di basso e la voce di Taylor che svetta sovrana su tutto per avere una scossa di adrenalina nella schiena. Volete veramente valutare l'ugola di Corey? Allora la lenta e stupenda “Home” farà al caso vostro, impreziosita da piano e violini che fanno da tappeto sonoro alla corposa interpretazione del singer. Eccelsa! Ma il disco parte già in 'pompa magna' dalla prima song, 'HWY 666 ' un violento -passatemi il termine- western-hard'n'roll dove atmosfere da saloon si intrecciano a poderosi fendenti di chitarra e passaggi blues e simil country che riempiono il tutto rendendo il sound corposo e selvaggio. 'Black Eyes Blue' invece rallenta il ritmo ( è anche il primo singolo estratto dell'album se non erro....) dedita ad un rock mainstream, con tanto di chitarra acustica in accompagnamento ad un sound comunque elettrico ma indubbiamente “radiofonico”. In certi tratti questo album sembra sulla linea dell'altro piccolo capolavoro di Me And That Man “New man, New song....”, album solista di un altro interprete, Adam Nergal Darsk, leader dei black metallers Behemot (trovate la nostra recensione nella sezione review) alle prese con un sound bluesy, southern & folk. Arriviamo quindi alla stranezza totale per un musicista qual'è Taylor, la song ' Samantha’s Gone'. Ragazzi, qui siamo al cospetto di una song dalle linee strutturali care a band glamour dei primi eighties; le chorus line stanno li a dimostralo, catchy, ruffiane, il ritornello di chitarra amabile nella sua banale ripetitività e stop and go in sequenza. Una song così l'avrebbero potuta fare tranquillamente gli Hanoi Rocks!!!! E' per queste cose che ho iniziato ad amare questo singer. Per la sua versatilità e lungimiranza nel capire cosa va suonato e come deve essere suonato sbattendosene dei giudizi e quindi propinando sempre ottima musica. Arriva il momento dell'adrenalina pura al limite tra un punk rock violento ed un rock'n'roll tiratissimo, stiamo parlando della bellissima 'Meine Lux' che vi farà fare headbanging sul vostro divano di casa!!! Meno veloce e cadenzata nel suo modern (hard)rock è la successiva 'Halfway Down' che ci prepara alla lenta -ma non è una ballad- 'Silverfish', una bella canzone che parte e finisce con melodie ricercate ed ammalianti e nella parte centrale prende vigore e corpo. Sicuramente Corey non dimentica la sua parte più alternativa e crossover e la possiamo ascoltare su 'Everybody Dies On My Birthday' o meglio ancora 'CMFT Must Be Stopped' ribelle e violenta grazie all'apporto di due guest rapper Tech N9ne e Kid Bookie. Un altro cambio stilistico lo abbiamo nel rock di 'The Maria Fire' che suona molto retrò, molto 'anni novanta' e per concludere questo disco il nostro singer ci piazza il potente tharsh-core 'European Tour Bus Bathroom Song' in puro stile S.O.D (band anni ottanta fondata da Billy Milano e Scott Ian....). Non ci sono dubbi o incertezze: “CMFT” rientra nei migliori dieci dischi finora ascoltati in questo (tormentato) 2020. DOVETE averlo!!

Roby Comanducci