Apr 29

 



Line-up: Arde Teronen – vocals, Jimi Välikangas – bass, Jiri Paavonaho – guitar, Niko Vuorela – guitar, Antti Hissa – drums

Tracklist: Thunder From The North, Long Ways Long Lies, T.O.T.C, Fallen Youth, Bad Bad Bad, What Is Dead Never Dies, Unholy Night, Heart Of A Warrior, You Better Run, If Only I Could, Something To Die For

E' sempre un piacere constatare che il buon hard rock, in questo caso anche strizzante l'occhio ad un certo street metal di stampo ottantiano, ma sempre e comunque graffiante e accattivante, faccia capolino sulla mia scrivania e quindi, poi, nel mio stereo (eh si.....io me li sento ancora con un “modesto” Hi-Fi gli album!!). Questo trattasi del terzo full lenght album degli ottimi rockers finlandesi Temple Balls e, in questo caso, il primo per la sempre attivissima label Frontiers Music srl. Dietro alla produzione di questo lavoro troviamo nientepopodimeno che Mr. Jona Tee (H.E.A.T.) che ha donato indiscutibilmente carattere, la giusta commerciabilità e tanto groove a “Pyromide”. Un disco che incalza song dopo song e si fa subito canticchiare con melodie ficcanti, ritmi a volte catchy, hook- lines e anthem rock songs. I nostri, tra l'altro, in questi cinque anni di attività hanno suonato in lungo ed in largo per il mondo arrivando anche in Ucraina e Giappone e hanno fatto da supporto a band altisonanti quali Deep Purple, Uriah Heep, Sonata Arctica. Sicuramente tutte queste esperienze live si riflettono anche nello spirito di questa band, nella loro musica che definirei un godurioso party hard'n'roll capace di galvanizzare anche un defunto. Non si riesce proprio a star fermi all'ascolto dell'opener 'Thunder From The North', pura anima street rock/metal scaturisce dalla bella ' T.O.T.C' e l'accoppiata ' Bad Bad Bad' e 'What Is Dead Never Dies' ci regalano eufonie commerciali ma anche ruffiane. Il ritornello di 'Bad...' poi non vi lascerà immuni e lo sognerete anche di notte; tutto il disco trasuda party rock, divertimento e atmosfere indubbiamente “Losangelene” di tempi oramai passati. Se volete godere senza pensare a nulla regalandovi del sano street/hard rock non dovete assolutamente perdervi questo “Pyromide”!

Roby Comanducci

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Line up: Tom Rampton - vocals, Dhani Mansworth - drums, Tagore Grey - guitars, Tao Grey - guitar and bass guitar

Tracklist: Rat Race, Take It Or Leave It, Lightning In A Bottle, Vampress, Eyes On You, No Way Home, Devil In The Detail, Tough Kid, Hold Fire, 10. Barman, Let’s Make Money, Wrong Way

Gli Inglesi The Treatment formatisi a Cambridge tredici anni fa tornano al full lengh album, il quinto della loro carriera discografica, e lo fanno come consuetudine con il loro grezzo heavy rock, molto sempliciotto e diretto, naturale figliastro del sound che i "canguri di Angus Young" ci hanno abituato ad ascoltare da oramai oltre quarant'anni. In effetti il disco è godibile nel suo incedere ma trattasi di un prodotto che, a mio parere, è destinato ad un tipo di pubblico molto affezionato a sonorità Ac/dc oppure ai più giovani Airbourne. Stiamo parlando quindi di riff rocciosi, crudi, spesso -anche- ripetitivi ma che riescono a far divertire e far passare quaranta minuti di allegria. Questo nuovo "Waiting For Good Luck" non si discosta molto dai suoi predecessori se non per il fatto della new entry Andy Milburn al basso (il singer Tom Rampton invece è già in line up dal precedente "Power Crazy" (2019). Siamo al cospetto di una manciata di robuste rock song senza infamia e senza lode; canzoni che faranno battere il piedino e in alcuni casi potranno galvanizzare i rockers più "focosi" con qualche spassoso air guitar ma che, in definitiva, non aggiungono nulla di nuovo o particolare nel music world. Con questo non voglio denigrare questo lavoro, tracce quali 'Vampress', la cadenzata 'Let’s Make Money', l'ottimo hard blues di 'Barman' e la granitica opener 'Rat Race' sono sicuramente graziose e cariche di energia ma, onestamente, di band e album che "suonano" in questo modo ne troviamo a migliaia. Anche se molti affermano che nel nostro beneamato settore sia stato già fatto ed inventato tutto, è pur vero che -se capita- qualcosa di leggermentre più "nuovo" ed originale fa bene al cuore. Raccomandato esclusivamente agli amanti del genere o a chi non ha eccessive pretese e vuole distrarsi con del buon hard rock suonato, comunque, da bravi professionisti.

Roby Comanducci