Mar 29

PRAYING MANTIS
“Defiance”
(Frontiers Music Srl)
release: 19 – 04 -2024
genere: heavy metal
voto: 3.5

Line up: Chris Troy – bass, vocals, Tino Troy – vocals, guitars, Jaycee Cuijpers – vocals, Hans in’t Zandt – drums, Andy Burgess - bass

Tracklist: From The Start, Defiance, Feelin' Lucky, I Surrender, Forever In My Heart, Never Can Say Goodbye, One Heart, Give It Up, Nightswim, Standing Tall, Let’s See


I Praying Mantis festeggiano il loro cinquantesimo anniversario con il loro tredicesimo album “Defiance” rimanendo fedeli interpreti della NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal) e continuando a essere un punto di riferimento autorevole all’interno della scena rock. Band fondata nel ’73 con il nome di Junction dai due fratelli Troy: Tino (chitarra) e Chris (al basso e ai cori), nel ’74 diventeranno i Praying Mantis. L’attuale formazione è costituita dai due fondatori con Jaycee Cuijpers, Hans in’t Zandt e Andy Burgess. La storia della band si sviluppa partendo da un grande successo iniziale che sfuma negli anni ’90, ma la band in quel momento sta già riscuotendo un discreto successo in Giappone. Oggi non possiamo fare altro che considerarli una pietra miliare dell’heavy metal. Nel disco ci sono radici provenienti dagli Iron Maiden, con cori che arrivano dal rock melodico e armonizzazioni vocali da Def Leppard. Si trovano sia armonie di chitarra tipicamente metal, come anche solos e riff coinvolgenti classicamente rock. I primi brani non mi hanno molto entusiasmata e coinvolta, ma dopo questo inizio soft ho trovato un disco molto piacevole, anche nella disposizione delle tracce. “Feelin’ lucky” è caratterizzato da una batteria che scandisce e coinvolge con i crescendo prima dei ritornelli e solos di chitarra al punto giusto. “I surrender” è una piacevole interpretazione dell’originale di Russ Ballard, molto nota anche per la versione dei Rainbow, che mantiene il groove peculiare di questa hit, sicuramente cantabilissima ai live! “Forever in my heart” inizia con un fraseggio di chitarra commovente e il “don’t fade away” che si ripropone più volte nel testo è il cuore del senso della canzone. È la classica ballata che scalda il cuore e allo stesso tempo lo spezza un po’. Anche i solos rispettano il mood appena descritto e si uniscono emotivamente al senso del brano insieme alla batteria che interviene teatralmente al momento giusto. Lo stesso discorso romantico va fatto per “Nightswim” che si apre con un fantastico giro di basso, armonizzazioni metal e guitars solos assolutamente perfetti, insieme all’alternarsi di arpeggi che uniti al crescendo di batteria hanno un effetto assolutamente positivo. È un brano musicale molto emotivo, in assoluto una delle mie tracce preferite dell’album. Per quanto riguarda “One heart”, anche qui il basso fa la sua parte nell’intro e prosegue per il resto del pezzo, a lui si unisce la chitarra che ha dei fraseggi acustici molto interessanti (un po’ in tutto il brano) e ciliegina on top sono i cori e le tastiere. In conclusione si hanno due tracce di cui la prima si tuffa nella disco e nei suoni sintetici, uniti al rock più puro. Parlando delle ultime due tracce, si può sicuramente dire che l’album si chiuda in bellezza. Il singolo “Defiance” che anticipa l’album non è certamente il brano che descrive nel modo migliore le tracce presenti nel disco, che in definitiva è un ottimo esempio di buona musica, ha alcune idee interessanti, ma mantiene la classicità del genere di cui è interprete. Al suo interno ci sono vibes che si affidano allo spirito degli anni ’80 e ’90. Certamente stiamo parlando di una band in grado di creare canzoni che abbiano un tiro, ma anche progressione, stop e pathos al momento giusto.

Vittoria Montesano

THE END MACHINE
“The Quantum Phase”
(Frontiers Music s.r.l.)
genere: class metal
release: 8 March 2024
voto: 4

Line up: George Lynch - guitars, Girish Pradhan – vocals, Steve Brown – drums, Jeff Pilson – bass

Tracklist: Black Hole Extinction, Silent Winter, Killer of the Night, Hell or High Water, Stand Up, ) Burning Man, Shattered Glass Heart, Time, Hunted, Stranger in the Mirror, Into the Blazing Sun

E siamo dunque alla terza prova discografica per questa eccelsa all stars rock band capitanata, creata e ideata dalla mente dell'ex Dokken e autentico maestro della sei corde, George Lynch. La band nasce nel 2018 con un eccellente debut album e replica nel 2021 con il bellissimo “Phase 2”. A distanza di tre anni eccoci quindi a godere del nuovo parto discografico di Lynch e soci con una novità; Robert Mason (Warrant, Lynch Mob) ha abbandonato il gruppo e al suo posto è arrivato (dietro anche caldo suggerimento del boss della Frontiers Serafino Perugino...nda) il giovane vocalist indiano Girish Pradhan, venuto alla ribalta con l'ottima band che porta il suo nome Girish And The Chronicles e, più recentemente, con i 13 di Joel Hoekstra. Una voce diversa da quella di Mason che contribuisce a dare una sua chiara impronta nel risultato finale di questo full lenght album. A dirla tutta, preferivo l'ugola di Mason, non perchè sia più o meno bravo ma perchè la ritenevo più inglobabile nel sound “Dokkenesco” dei The End Machine, in ogni caso Pradhan ha dalla sua una impronta – forse- più aggressive e power e il tutto va a conferire quel mood più “heavy” a “The Quantum Phase”. A parte questo fattore che molto deve al gusto personale – ci sarà sicuramente chi apprezza maggiormente le tonalità dell'indiano invece che quelle dell'ex Lynch Mob – il disco scivola via bene nel suo class metal americano, molto diretto ma sempre accarezzato da forti melodie che creano quel magico sound molto caro ai fans dei Dokken e primi Lynch Mob. Il guitar work di George è sempre all'altezza della situazione anche se, in queste song, lo vedo più al servizio delle canzoni con ottimi riffing e arrangiamenti piuttosto che mirabolanti solos. Ma non è un problema, il risultato d'insieme è validissimo, talmente compatto che fatico a trovare una song che possa riassumere il tutto: “The Quantum Phase” è un prodotto di alta qualità, suonato, composto e interpretato da musicisti che han fatto la storia e “nuove leve” (Girish) che sono un'autentica promessa e garanzia nel nuovo panorama hard rock.

Roby Comanducci